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Benandante..

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 - Muta nei dialetti, la camicia,

l’innominabile placenta,

 la tua paura, d’Uomo. Sacro

per te è l'orribile,

l'inconoscibile del sesso,
dove vita e morte ci confondono
nel Celeste del bambino.-

 

 

Siete venuti spinti dalla palude,

avvolti nel sacco d’acque scure,
inconoscibili, tanto uguali

nella grotta tiepida.

Nati due volte, tu

e l'altro te stesso,  

dipinti d'ocra rossa.

 

Danzando su un filo,

vi ha partorito e stava

come essere  il tuo doppio,
spirando nel cordone, nella pancia

ti ha donato il cuore, 

tua celeste comunione, 
ostia nel mare della vita.
Soffio originale,

 

poco più di un grano in erba

quando ti hanno svelato l'anima

d'uccello,

la consegna tra le mani: il benandante

che tu sei. Un foro,

numinoso dietro il collo,

che  sospende ancora il fiato,

quando senti le chiamate 

che ti fanno volare profondissimo,
a combattere gli spiriti

che tengon l'erba bassa,
che non fanno alzare  il pane

nelle notti.

 

"Non gettare  la placenta! "

ordinava bisbigliando senza denti

quella zingara nel campo di mia nonna 
"lasciala fiorire insieme al mirto,

dove la nughedda ha fatto un buco,

sul fianco della mèndula. Vivrà,

se attraverso vi corre quel bambino

 

sugli alberi. Lo vedrai salire,

scendere la sera in una foglia,

disegnando un otto sull'erba,

schiarendo negli occhi il riflesso

di una poesia.

 

 

 

 Anna Gatto - 18/05/2015 17:51:00 [ leggi altri commenti di Anna Gatto » ]

disegnando un 8... può essere l’infinito, mistero della doppia essenza frammentata e unica allo stesso tempo.
Molto bella!! Brava Amina!!

 Liliana Zinetti - 14/05/2015 08:47:00 [ leggi altri commenti di Liliana Zinetti » ]

Sempre alta, Amina. Quando ti leggo resto col fiato sospeso (praticamente in apnea:). Carnale e spirituale assieme, molto convincente.

 amina narimi - 10/05/2015 15:54:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Grazie Chanteloup
vanno al cuore le tue parole

 Chanteloup - 10/05/2015 13:24:00 [ leggi altri commenti di Chanteloup » ]

Racconti il mito della nascita, tra cielo, terra mare e placenta.
Splendida matericità dei tuoi versi.
Continui a incantarmi.
C.

 Amina Narimi - 10/05/2015 00:37:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

con i rami di finocchio e con il sorbo
fin giù al fuoco dell’ultimo covone..
vi ringrazio nella notte delle "mamme"
con in gola l’umido e marmotte
allora danzano cadendo le parole
ritornando dalla muta sulla lingua
con una carne nuova che diventa
ghiandola mammaria, seno e latte,
benandante


 Cristina Bizzarri - 09/05/2015 19:36:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Attraverso la mia tunica ti leggo, Amina. È la tunica che mi copre gli occhi del corpo, quella stessa che adamoedeva ha dovuto indossare per il cammino, quella stessa dello sputo di saliva di gesù sugli occhitunicapeccato necessaria a ritornare. E così, piccolissima e imbozzolata nella mia tunica, ti sento, e cammino con te sui piediiniziomalkuth mio da poco, quasi da niente, più libera.
Ti abbraccioAmina.

 Franco Bonvini - 09/05/2015 12:57:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Io credo che la poesia letta per quello che dice e quello che non dice.
Commentata per quello che suscita.
Trovo triste che a qualcuno susciti l’ immagine d una smart e non dei fiori che nascono sul fianco del mandorlo, dell’ inconoscibile suonatore sulle cui note danza la partoriente, l’ aria stessa coi suoi profumi.. la sola che può trasportare un suono profondo.
E per le poesie .. o i poeti, in-superabile è la fine.. la fine dell’ orizzonte, non aver più dove andare, nè speranze, futuro.
Sospensione assoluta.
E’ dove saremmo adesso se avessimo pensato che l’ idea che la terra finisse all’ orizzonte fosse insuperabile.

 Ferdinando Battaglia - 08/05/2015 22:24:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Lorenzo, se ti riferisci alla poesia (poesie) di Amina, dovremmo parlarne a lungo: troppo profonda e alta, troppo colta e ispirata perché io riesca a balbettarne qualcosa (ma in certa misura ciò per me vale pure per ogni altro o altra poeta); e come sostieni tu, se la poesia trasforma (ma su quest’aspetto occorre intendersi, altrimenti devo esplicitare il mio dissenso al tuo "dogmatismo"),allora la poesia di Amina su di me ha avuto questo effetto: la sua parola mi ha mutato in quattrostraccisullapelle, da allora lei è diventata la MiaInsuperabilePoetessa; per questo non è mai facile commentarla. Se invece ti riferisci alla poesia in generale, ti dico che da ignorante cerco di amarla nel modo più giusto, che però ignoro quale sia. Certo, mi piace il tuo modo di sentirla, di viverla, di farne una compagna di nomadismo interiore (si può essere nomadi anche restando fermi), concedendo credito alle tue parole, ché mica ci conosciamo realmente, escludendo però il tuo ideologismo culturale, che non distingue l’uomo dalla Storia. Inoltre, diversamente da te, ho una visione pluralista sia della poesia sia delle strade che portano al sé (e a Dio! Eh, mica ce Lo vogliamo dimenticare!).

Amina, perdonami l’invadenza…

 Lorenzo Mullon - 08/05/2015 21:09:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

ma non ti piace la poesia, Nando?
ti vedo, sei un meraviglioso benandante
a cavallo di un unicorno astrale
cinto da un arcobaleno di placenta luminosissima
in transito da una dimensione all’altra
azzurro
ora verde
adesso di un arancione che colora tutte le montagne di pianeti lontanissimi

 Nando - 08/05/2015 20:40:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Lorenzo, sei arrivato "in ritardo": Dio plasmò l’uomo con il fango, figurati se Lui desidera facebook o la smart...figurati se l’Unico si lascia omologare ai nostri modelli e alle nostre concenzioni; è sempre un po’ più altrove l’Altrove.

 Antonio Ciavolino - 08/05/2015 20:34:00 [ leggi altri commenti di Antonio Ciavolino » ]

Il tema è difficile, ma è trattato con sapienza e cura.
Molto apprezzato il ’cappello’ d’incipit che d’acchito traccia le linee sulle quali tutto la composizione si muove. Ed è movimento ispirato, tarantolato, visionario ma anche no, nella descrizione cruda del nostro primo respiro, la nostra vera culla. Quanto ai benandanti...

<forse
è quel che si dice
che sia,
l’immaginazione:
un’eresia.>

Piaciuto brano! Sorrisi e complimenti

*** <3

 Franco Bonvini - 08/05/2015 20:19:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

....infatti?

 Lorenzo Mullon - 08/05/2015 19:33:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

e io continuo a commentare, perché il tema è straordinario
abbiamo perso la dimensione della nascita bestiale
vorremmo essere partoriti da Facebook nel motore di una linda Smart
ci vergogniamo della palude, della terra ostia madre della vita
la terra ci fa senso, la terra è sporca, non è griffata
scriviamo della "carne corrotta delle bestie"
invochiamo un lavaggio di massa
l’omologazione che ci restituisca alla purezza artificiale di un "Dio" detersivo
l’autoritarismo degli standard ~ norme dappertutto, un mondo ben normato

e se questo vogliono i "poeti", figuriamoci i frequentatori del CRAL aziendale
giusto per fare un esempio, con tutto il rispetto per i CRAL, o anche no (ma esistono ancora?)

umanità di dormienti lobotomizzati
non si meritano di nascere con la camicia
e infatti . . . .

 Lorenzo Mullon - 08/05/2015 14:13:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

uh ma solo Franco ha commentato . . . che la placenta faccia paura?
o forse il tema dei benandanti, hai sollevato il lembo di una verità scomoda, e i "comodi" sono fuggiti
giriamo sempre intorno alla questione del coraggio del poeta
se si debba o voglia essere relegati al ruolo di esteti
un po’ scemoni e ingenuotti
forse divertenti
naïve, con tutto il rispetto per gli autentici e straordinari naïve
o se il poeta debba finalmente alzarsi in piedi e dire a gran voce la verità
prendendosi il ruolo profetico che gli spetta
<il poeta la poeta la poetessa la poeprofetessa la papessa and so on>

 Franco Bonvini - 07/05/2015 21:02:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Sarà che una delle prime band che ho avuto si chiamava L’ origine della vita ma a questo mi conduce questa poesia.
All’ origine.
In una grotta tiepida, nel mistero della vita che non muore

 Lorenzo Mullon - 07/05/2015 20:30:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Beh insomma, finalmente una poesia eretica per davvero. Bella!
I benandanti sono stati perseguitati dalla "Santissima" Inquisizione. Cos’erano? Sensitivi e sensitive, spiriti liberi, sciamani capaci di voli astrali, che combattevano contro streghe e stregoni per la fertilità della terra e la felicità del mondo intero. Una culto sapienziale contadino, pieno di straordinari insegnamenti. Per questo sono stati violentemente perseguitati dagli stregoni di Roma ~ i sacerdoti della religione di massa ~ che procedevano spediti alla omologazione dei popoli e dei territori. Bisognava creare il mercato unico del Bel Paese, con la formazione delle grandi aree urbane etc. E dopo e dopo e dopo è arrivata la TV. Il nostro "Dio" unico, all’inizio uno e trino, e poi quattrino.
Ecco ripercorsa in soldoni del diavolo la nostra splendida evoluzione nazional popolare.
Evviva i benandanti!

 Lorenzo Mullon - 07/05/2015 19:25:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

non è possibile, mi hanno appena regalato un libro, sono a pagina 16
"Io Benandante"
adesso mi riprendo dalla coincidenza e leggo il testo, pardon

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